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Gennaio 13, 2015

Differenze e trattamenti possibili per i traumi muscolari

traumi muscolari sono tra gli infortuni più frequenti che colpiscono gli atleti professionisti e amatoriali.
Questi possono essere distinti in:

  • traumi diretti, l’infortunio è la conseguenza di una contusione (tipica degli sport da contatto);
  • traumi indiretti, l’infortunio si verifica in assenza di un contatto diretto con una forza traumatica.

I traumi muscolari possono essere suddivisi in:

  • contrattura, assenza di lesione delle fibre muscolari. C’è un aumento del tono con conseguente accorciamento delle fibre, il muscolo appare rigido e dolente alla digitopressione.
  • elongazione o stiramento, allungamento eccessivo e traumatico delle fibre muscolari ma assenza di lesioni.
  • distrazione o strappo, c’è una lesione delle fibre muscolari con fuoriuscita di versamento ematico.

Si classificano in:

  • lesione di I° grado (rottura di poche fibre con piccola emorragia);
  • lesione di II° grado (rottura di più fibre e significativa perdita funzionale);
  • lesione di III° grado (rottura completa del muscolo).

Fattori che posso favorire l’insorgere di traumi muscolari sono:

  • l’affaticamento muscolare: è importante distribuire gli allenamenti in modo ottimale per consentire un recupero;
  • del muscolo ed evitare un sovraccarico
  • una preparazione fisica non adeguata
  • un mancato riscaldamento pre-gara
  • uno squilibrio tra i muscoli agonisti ed antagonisti
  • l’età: con il passare degli anni aumentano i tempi di recupero muscolare
  • situazioni ambientali: un clima freddo, un terreno di gioco non idoneo.

Per stabilire un piano terapeutico efficace bisogna individuare una corretta diagnosi. In caso di stiramento o strappo l’atleta avverte un dolore acuto, tanto più intenso quanto maggiore sono le fibre muscolari coinvolte. Il dolore è paragonabile ad una “pungicata”, “un pizzico”, una “sassata” e costringe l’atleta ad un’immediata interruzione dell’attività sportiva. Importante è applicare del ghiaccio per le prime 24/48 ore e fare un bendaggio compressivo per tamponare il versamento ematico. L’insorgenza della contrattura è simile a quella del crampo (ma in caso di crampi è molto più violenta) e non costringe l’atleta all’immediata interruzione dell’attività.
L’anamnesi del paziente, l’osservazione e la palpazione del muscolo sono tutti passi fondamentali per giungere ad una corretta diagnosi. In caso di dubbi è necessario effettuare un esame ecografico. Infatti nella fase acuta una contrattura può nascondere una piccola elongazione o distrazione. Trattare una lesione muscolare come una semplice contrattura può essere deleterio.

Il trattamento della contrattura prevede:

  • termoterapia endogena quali tecarterapia e/o ipertermia: il calore endogeno ha un’azione miorilassante, inoltre riattivando il microcircolo si ha un’immediata riduzione della sintomatologia dolorosa;
  • massoterapia: il massaggio deve essere effettuato solo da mani esperte;
  • stretching dolce: uno stretching forzato è recepito dal muscolo come uno stimolo nocicettivo con conseguente aumento della contrattura.

Il trattamento dello stiramento e dello strappo è diviso in due fasi:

  1. Nella fase acuta è consigliabile
    • laserterapia ad alta energia: azione antinfiammatoria ed effetto antalgico;
    • tecarterapia in atermia: azione biostimolante (stimola i processi di riparazione del tessuto), aiuta a riassorbire l’edema e il versamento ematico. In questa fase sono controindicate l’ipertermia (perchè a differenza della tecar lavora solo ad alte temperature) ed il massaggio profondo.
  2. Nella fase sub-acuta l’ipertemia è preferita alla laserterapia. È possibile iniziare a lavorare con la massoterapia. Inoltre si effettuerà un lavoro di rinforzo muscolare in eccentrica.

Ipertermia, Laserterapia, Massoterapia, Rieducazione motoria, Tecarterapia
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