In campo fisioterapico sono ormai diffusi trattamenti che utilizzano il calore per curare dolori articolari e muscolari. L’utilizzo del calore a scopo terapeutico prende il nome di termoterapia. Le termoterapie si distinguono in esogena ed endogena.
In caso di termoterapia esogena la fonte di calore è esterna: ne sono un esempio i raggi infrarossi. Quando il calore si sviluppa direttamente all’interno dell’organismo sottoposto a trattamento parliamo di termoterapia endogena.
La tecarterapia e l’ipertermia sono entrambe termoterapie endogene.
- biostimolante: trova indicazione nelle lesioni muscolari poiché stimola i processi di riparazione del tessuto lesionato
- decontratturante: il calore ha un effetto miorilassante
- antinfiammatorio: il calore richiama sangue nella zona trattata attivando così tutti i processi antinfiammatori
- antalgico: l’iperemia creata ha un effetto antidolorifico immediato
- drenante
Quali sono le differenze principali tra la tecarterapia e l’ipertermia?
La tecar (acronimo di Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo) permette di lavorare in atermia (assenza di calore), mediotermia (lieve calore) ed ipertermia: è quindi possibile utilizzare la tecarterapia in tutte le fasi della patologia: acuta, sub-acuta e cronica.
L’ipertermia lavora solamente ad alte temperature: quindi trova indicazione nella fase post-acuta.
Da un punto di vista pratico la tecarterapia è un trattamento operatore-dipendente, l’ipertermia no: i benefici del trattamento con tecarterapia sono quindi strettamente legati alle capacità e all’esperienza del fisioterapista.
Il vantaggio delle termoterapie endogene è quello di sviluppare calore in maniera omogenea anche nei tessuti più profondi.
Non possono sottoporsi a trattamenti con tecarterapia ed ipertermia i pazienti portatori di pacemaker, le donne in gravidanza ed i pazienti con episodi oncologici negli ultimi 5 anni.