La lombalgia è una delle patologie più comuni. L’80% delle persone dichiara di aver sofferto di mal di schiena almeno una volta nel corso della propria vita. Inoltre la lombalgia risulta essere tra le prime cause di assenza dal lavoro.
Quando il dolore dal rachide lombare si irradia alla gamba si definisce lombosciatalgia.
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Anatomia della colonna lombare
Il rachide lombare è costituito da 5 vertebre (L1-L5). Le vertebre lombari sono le vertebre più grandi e forti della colonna vertebrale, poiché devono supportare il peso corporeo che grava sulla schiena. Il diametro dei corpi vertebrali aumenta di vertebra in vertebra: L1 è la vertebra più piccola del segmento lombare, mentre L5 è la vertebra più grande di tutta la colonna.
Le vertebre lombari si differenziano per
- il corpo vertebrale: ha la forma di un cuneo essendo più alta avanti che dietro.
- il foro vertebrale: ha una forma triangolare ed una dimensione ridotta rispetto ai fori vertebrali cervicali poiché tra L1 e L2 termina il midollo spinale ed inizia la cauda equina
- i processi articoli: sono verticali, quelli superiori sono orientati medialmente ed hanno superficie concava, quelli inferiori sono orientanti lateralmente ed hanno superficie convessa
- il processo traverso: è tripartito, ovvero composto da tre processi, mammillare, anteriore ed accessorio.
- il processo spinoso: ha la forma di una robusta lamina rettangolare con direzione orizzontale.
La quinta vertebra lombare (L5) si articola con l’osso sacro (articolazione sacro-vertebrale). L’osso sacro è composto da 5 segmenti vertebrali fusi tra loro.
I legamenti del rachide lombare sono:
- i legamenti gialli, dal margine inferiore di una lamina vertebrale al margine superiore della lamina della vertebra sottostante.
- i legamenti interspinosi, dal margine inferiore di un processo spinoso al margine superiore del processo sottostante.
- il legamento sovraspinoso, unisce gli apici dei processi spinosi di tutta la colonna vertebrale. Nella zona cervicale ha uno spessore maggiore e prende il nome di legamento nucale.
- i legamenti intertrasversali, uniscono i processi trasversi
- il legamento longitudinale anteriore, decorre anteriormente ai corpi vertebrali, collegandoli tra loro e congiungendoli ai dischi.
- il legamento longitudinale posteriore, decorre posteriormente ai corpi all’interno del canale vertebra
Quali sono le cause del mal di schiena?
Il mal di schiena può essere definito una patologia bio-psico-sociale: oltre a cause strutturali ed anatomiche (bio) troviamo fattori psicosociali: è dimostrato che soggetti depressi, stressati e/o insoddisfatti del proprio lavoro hanno più possibilità di soffrire di mal di schiena.
- lomboartrosi: è l’artrosi del rachide lombare. La lomboartrosi è una patologia degenerativa caratterizzata dalla formazione di osteofiti che possono causare il restringimento del canale vertebrale (stenosi lombare) o una irritazione delle radici nervose. L’artrosi della lombare è causa di rigidità articolare: solitamente il dolore è presente al mattino appena alzati o dopo un periodo di inattività, e migliora gradualmente con il movimento.
- discopatie: i dischi intervertebrali ammortizzano e distribuiscono le sollecitazioni derivanti dai movimenti del corpo. Il disco vertebrale è costituito da un nucleo polposo e da un anello fibroso, detto anulus, che lo contiene. L’ernia del disco consiste nella fuoriuscita del nucleo polposo per rottura dell’anulus. Quando l’ernia comprime la radice nervosa provoca una radicolopatia (sciatalgia). In caso di protusione discale, l’anulus fibroso rimane intatto ma viene deformato dal nucleo polposo.
N.B. L’ernia discale non è sinonimo di dolore lombare: nella maggior parte dei casi pazienti con ernie discali sono asintomatici. - spondilolistesi: consiste in uno scivolamento di una vertebra sul’altra. Si definisce anterolistesi quando la vertebra scivola anteriormente rispetto alla vertebra sottostante, retrolistesi quando la vertebra scivola posteriormente. L’anterolistesi è molto più frequente. Le vertebre più coinvolte sono L4 e L5. La spondilolistesi può essere congenita o acquisita, in seguito a traumi a carico della colonna, artrosi o spondilolisi.
- spondilite anchilosante: è una malattia reumatica infiammatoria cronica autoimmune che colpisce soprattutto la colonna vertebrale. Il termine “spondilite” indica una infiammazione delle vertebre, il termine “anchilosante” indica una ridotta o abolita mobilità articolare della colonna vertebrale provocata dalla fusione tra le vertebre. La sacroileite, l’infiammazione dell’articolazione sacro-iliaca, è un reperto tipico della spondilite anchilosante.
- obesità: è dimostrata sia la relazione tra dolore lombare e sovrappeso corporeo, sia il miglioramento della sintomatologia dolorosa nelle persone che hanno diminuito il proprio peso ponderale.
- sedentarietà: i pazienti che conducono una vita sedentaria hanno più probabilità di soffrire di dolori lombari: una corretta attività fisica previene l’insorgenza del mal di schiena cronico. L’attività fisica migliora il tono muscolare e rinforza i dischi intervertebrali.
N.B. La corsa non è controindicata per chi soffre di mal di schiena, anzi! Studi dimostrano che la corsa migliora l’idratazione dei dischi intervertebrali. - disturbi posturale: una postura scorretta, specialmente se mantenuta per molto tempo, può portare a sviluppare mal di schiena.
- colpo della strega: è una lombalgia acuta che insorge con un improvviso ed inteso dolore lombare ed un blocco della schiena dovuto alla contrattura muscolare antalgica. Il colpo della strega può insorgere in seguito ad un movimento non corretto, sollevando un peso da terra o facendo una torsione del tronco.
- disturbi viscerali: un colon irritato, un intestino pigro, gonfiore addominale etc. possono essere causa di dolore lombare. Infatti l’intestino, dal tenue al colon, è in contatto con la colonna vertebrale e con i suoi muscoli. Una irritazione dell’intestino può avere effetti negativi sulla muscolatura della colonna, soprattuto sul muscolo psoas.
Cosa fare in caso di mal di schiena?
Come già detto, il dolore lombare può essere causato da numerosi fattori: è importante per la risoluzione della sintomatologia dolorosa e per la prevenzione di nuovi episodi individuare l’esatta causa del mal di schiena.
- evitare l’assunzione di farmaci “fai da te”: molti studi dimostrano che i comuni farmaci antinfiammatori (FANS) sono “quasi completamente inutili” contro il mal di schiena. Questi offrono benefici appena superiori ai placebo, ma i benefici sono minori degli effetti collaterali.
- gli esami strumentali, radiografia e risonanza magnetica, non sono sempre necessari. Prima di sottoporsi ad esami diagnostici è preferibile rivolgersi al proprio fisioterapista, onde evitare spese inutili ed esami persino dannosi.
La radiografia lombo-sacrale sotto carico serve ad evidenziare una eventuale artrosi, una spondilolistesi, una riduzione dello spazio intervertebrale, un’accentuazione o rettilinizzazione della fisiologica lordosi lombare.
La risonanza magnetica è necessaria in presenza di red flag (sintomi di potenziale patologia severa) o di radicolopatia severa. - la fisioterapia è consigliata anche nella fase acuta del mal di schiena: sedute di laserterapia ad alta potenza e tecarterapia hanno azione antalgica, antinfiammatoria e decontratturante. Le manipolazioni vertebrali, eseguite da mani esperte, riducono la sintomatologia dolorosa e favoriscono il rilascio delle tensioni muscolari attraverso l’inibizione dell’apparato nervoso periferico.
N.B. Il nuoto non è fisioterapia ma una disciplina sportiva! - prevenire nuovi episodi di mal di schiena attraverso un programma riabilitativo che preveda sedute di rieducazione posturale globale per l’allungamento delle catene muscolari, esercizi di potenziamento del core, massoterapia decontratturante per rilassare le tensioni muscolari della colonna vertebrale, sedute di osteopatia.
- un’attività fisica costante: l’esercizio fisico deve essere considerato come una vera e propria medicina